Wiracocha
Huiracocha
Wiracocha
Huiracocha

musica e testo: Clotilde Arias
arrangiamento corale: Alejandro
Núņez Allauca

Perú

 

Huiracocha! Huiracocha!
Dios del Inca y Dios mio
De mìs madres la bonanza,
De mi hijos la esperanza.

Ya tus tierras no florecen
y tus templos enmudecen
Yen mi alma y un vacio,
Huiracocha, padre mío

En la mañanas frias
de vastas serranias
Voy tocando mi "quena"
Yo voy tocando mi "quena"

Los Andes milenarios
Los Andes solos,
saben que canto mi pena,
mis palacios derruidos.

Hablan de mi vieja gloria,
cuando el sol, Tu emblema Santo
entretejía mi historia
ya no entona sus canciones

La dulce "Ñusta" sagrada,
ya no liba el Inca altivo
De noble copa dorada.

Dónde estás que no me escuchas
y no sabes de mìs luchas?
Huiracocha! Huiracocha!

Huiracocha! Huiracocha!
Dios del Inca y Dios mio
De padres bonanza,
De mi hijos la esperanza

Ya tus tierras no florecen
y tus templos enmudecen
Yen mi alma y un vacio,
Huiracocha, padre mío.

 

Tradotto da Rosaria Distefano e Neva Tonka Mimica Silva



Huiracocha! Huiracocha!
Dio degli Incas e Dio mio
Delle mie madri l'abbondanza,
Dei miei figli la speranza.

Ora le tue terre non fioriscono
e i tuoi templi tacciono,
la mia anima è un vuoto,
Huiracocha, padre mio.

Nelle mattine fredde
delle serre sconfinate
Vado suonando la mia "quena"
Io vado suonando la mia "quena"

Le Ande millenarie
Le Ande solitarie
sanno che canto la mia pena,
i miei palazzi in rovina.

Parlano della mia vecchia gloria,
quando il sole, Tuo emblema santo
si intreccia con la mia storia
ormai non intona le sue canzoni

La dolce "Ñusta" sacra,
ora non liba il fiero Inca
da nobile coppa dorata.

Dove sei che non mi ascolti
e non sai delle mie lotte?
Huiracocha! Huiracocha!

Huiracocha! Huiracocha!
Dio degli Inca e Dio mio
Delle mie madri l'abbondanza,
Dei miei figli la speranza..

Ora le tue terre non fioriscono
e i tuoi templi tacciono,
la mia anima è un vuoto,
Huiracocha, padre mio

Linea

WiracochaSecondo molti cronisti dell'età coloniale, gli indios avrebbero avuto l'intuizione del divino tramite la figura di Huiracocha.Il suo nome primordiale era Illa Tiki, che in aymara significherebbe “luce originale”. Il nome Viracocha invece gli sarebbe stato attribuito solo in seguito, quando scomparve nel mare di Tumbes (Vira, spuma; cocha, specchio d’acqua).

Sarebbe stato lui ad animare le figure di argilla che aveva modellato in forma umana; poi le sue stesse creature lo avrebbero esiliato dal mondo dei vivi.

Sotto l'influsso del Cristianesimo, questo eroe civilizzatore emerso dalle onde del Titicaca assunse le sembianze di un apostolo e talvolta perfino di Dio, venuto ad annunciare la buona novella fin nella remota Cordigliera.

I cronisti dell'epoca hanno raccolto numerosi canti dedicati a Huiracocha. Juan de Santa Cruz Pachacuti ci ha trasmesso il suggestivo inno con cui l'Inca Manco Capac invocava la protezione del dio. È un inno centrato totalmente sulla sua onnipotenza, dove la senzazione di turbamento dell'uomo che non percepisce segni tangibili della partecipazione degli dei alla propria vita è presente nell'invocazione a Dio.

Wiracocha,
poderoso cimiento del mundo,
tú dispones:
"Sea este varon,
sea esta mujer."
Señon de la fuente sacrada,
tú gobiernas
hasta el granizo.
¿Dónde estás
- como si no fuera
yo hijo tuyo -
arriba,
abajo,
en el intermedio
o en tu asiento de supremo juez?"(i)

 

(1) Nueva historia de la literatura hispanoamericana, Madrid, Editorial Castalia, 1997 - G. Bellini

Associazione Culturale Coro Hispano-Americano di Milano