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Federico García Lorca
Federico Carcia Lorca

 

Federico García Lorca nasce nel 1898 a Fuentevaqueros, nei pressi di Granada, in Spagna. Artista multiforme, suona il piano e la chitarra, canta, disegna, scrive poesie e testi teatrali. Profondamente legato alla sua terra, l'Andalusia, ai suoi colori, suoni e profumi, compone versi le cui radici affondano in un substrato ricco di elementi arabi e gitani. Anima sensibile, inquieta, ricettiva, nel suo lungo soggiorno a Madrid partecipa dello spirito del suo tempo frequentando l'élite creativa della sua generazione - Salvador Dalì, Luis Buñuel, Rafael Alberti. S'interessa alle passioni umane nella loro scabra purezza, sapendole portare con penna essenziale a librarsi verso la rarefazione di una dimensione onirica e surreale. In qualità di direttore del teatro universitario, mette a frutto il talento della sua Compagnia per compiere opera capillare di divulgazione, portando i classici della letteratura spagnola fino ai più remoti angoli del Paese e avvincendo un pubblico solitamente trascurato dalla cultura altezzosa - quello dei contadini e degli studenti squattrinati. Di politica non si occupa direttamente, ma la sua indipendenza morale e intellettuale lo espone comunque alla cieca violenza dei nazionalisti. Arrestato a Granada, dopo pochi giorni di carcere viene barbaramente fucilato senza processo.

Per approfondire:

Pallino www.garcia-lorca.net

Pallino www.garcia-lorca.org

Ode per Federico García Lorca
Pablo Neruda

"Se potessi piangere di paura in una casa solitaria,
se potessi cavarmi gli occhi e divorarli,
lo farei per la tua voce d'arancio in lutto
e per la tua poesia che esce come un grido.

Perché dipingono per te di azzurro gli ospedali
e crescono le scuole e i rioni del porto,
e si popolano di piume gli angeli feriti,
e i pesci nuziali si coprono di squame,
e volano verso il cielo i ricci del mare:
per te le sartorie con le nere membrane
si riempiono di cucchiai e di sangue,
e ingoiano i nastri rotti, e si uccidono di baci,
e si vestono di bianco.

Quando voli vestito di pesco,
quando ridi con risa di riso preso d'uragano,
quando per cantare scuoti le arterie e i denti,
la gola e le dita,
vorrei morire tanto dolce tu sei (…)

Federico,
tu vedi il mondo, le strade, l'aceto,
gli addii nelle stazioni,
quando il fumo alza le sue ruote decisive
verso luoghi dove non ci sono che distacchi,
pietre, strade ferrate.

C'è molta gente che fa domande
in ogni luogo;
e il cieco sanguinante, e l'adirato, e l'affranto,
e il miserabile, e l'albero delle unghie,
e il bandito con l'invidia sulle spalle.

Così è la vita, Federico,
ecco ciò che può darti l'amicizia
di un malinconico uomo molto maschio.

Da te stesso, tu sai già molte cose,
e altre andrai imparando lentamente."

 

Nel repertorio del coro:
Pallino Memento

 
Associazione Culturale Coro Hispano-Americano di Milano