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Alfonsina Storni

Alfonsina nasce nel 1892 nella Svizzera Ticinese, migra a quattro anni in Argentina assieme ai genitori. Di modestissime condizioni economiche, Alfonsina Storni scrive poesie sin dall'infanzia. Ottiene il diploma di maestra rurale ed insegna per un solo anno prima di trasferirsi a Buenos Aires, dove nel 1912 a soli vent'anni, mette al mondo un bambino, Alejandro, senza essere sposata. Per sopravvivere fa diversi lavori finché non entra nel mondo giornalistico-letterario ed in quello scolastico assistenziale. La Nacion di Buenos Aires pubblicò molti suoi articoli, sotto lo pseudonimo "Tao-Lao."

Nel 1920 ottiene il Premio Municipale di Poesia e subito dopo il Premio Nazionale di Letteratura. Nel 1921 si crea per lei una cattedra al Teatro Infantil Labardén, Nel 1923 assume l'incarico di professoressa di letteratura presso la Escuela Normal de Lenguas Vivas, ma man mano che la sua fama cresce, affiora in Alfonsina un forte comportamente nevrotico. Negli anni Trenta compie due viaggi in Europa alla ricerca di pace e di un nuovo equilibrio mentale, ma al ritorno a casa scopre di avere un tumore al seno. Nel 1935 viene operata ma tre anni più tardi la malattia si ripresenta. Aveva vissuto gli ultimi anni dalla sua vita terrorizzata dalla morte. Nell'ottobre del 1938 Alfonsina prende un treno e si nasconde in un piccolo hotel sul Mar de la Plata dove scrive "Voy a Dormir", il 22 invia la poesia a La Nacion e, quindi, si uccide annegandosi in mare, compiendo con questi due gesti la sua ultima ribellione.
Affabile, energica, sensibile e di potente talento, il suo suicidio nel mare traccia intorno alla sua personalità una leggenda.

 

Alfonsina Storni

Analisi della sua opera

Esiste qualcosa di superiore al proprio essere nelle donne: la loro natura

Così scriveva Alfonsina. Donna del popolo e socialista, fu una grandissima poetessa assieme a Delmira Agustini, Juana de Ibarbourou, Gabriela Mistral, Eugenia Vaz Ferreira, Dulce María Loynaz. Famosa anche in Europa la sua opera fu tradotta in francese ed in italiano.

Alfonsina Storni seppe trovare l'esatta espressione della complessa problematica della donna moderna della sua generazione, al punto che alcuni dividono la poesia femminile argentina in due tappe: prima e dopo Alfonsina. Perché la Storni, di origine italo-elvetica, fu un autentico frutto formato a Buenos Aires, con tutta la carica che la grande città poteva dare:

Una città dove domina la miseria, quella che si offre al povero per continuare a vivere
e quella che si offre all'uomo per persistere nel comunicare.

In Alfonsina, satura della capitale, nascerà un urgente desiderio di fuggire in cerca di solitudine, cullata dal canto degli uccellini che avevano rallegrato la sua infanzia. Questa visione angosciosa della vita e la ricerca dell'amore sono i topici che incorporerà alla sua inquieta poesia con una febbre che finirà per consumarle l'anima e, biologicamente, il corpo. Tre temi principali emergono nella sua opera: l'amore, l'ansia di vivere e l'angoscia generata della solitudine e dall'incomunicazione.

Nel suo percorso poetico si individuano due tappe ben delineate e differenti: la prima è dominata dall'entusiasmo; ma, raggiunta la consapevolezza ed esaltata la femminilità, Alfonsina si avvede di un mondo oscuro e violento, caratterizzato dall'onnipresente potere dell'uomo (maschilismo).Nella seconda tappa, le asprezze della vita impongono una visione più amara e pessimista dell'esistenza.

Fino ad Ocre (1925), forse si potrebbe dire che "il mondo per lei era un pomeriggio d'oro", però in Mundo de siete pozos (1934) si manifesta in maniera esplicita la sua ostilità verso quel mondo che lei considera crudele: Agrio está el mundo (Acre sta il mondo). In Llama (Fiamma) i suoi occhi sono "faros de angustia" (fari d'angoscia). In Motivos de ciudad, (Motivi di città) le case si convertono in catacumbas humanas (catacombe umane). In Selva de mi ciudad (Foresta della mia città), le case sono "alcune a fianco alle altre,/ alcune dietro alle altre,/ alcune sopra alle altre,/ alcune davanti alle altre,/ tutte lontane di tutte". Altro poema fortemente significativo è Soledad (Solitudinie), in cui uno degli aspetti più aspetti più attrattivi è la premonitrice ed ossessiva presenza del mare. In Mascarilla y trébol si trovano tutti i simboli della poesia della Storni, sebbene trattati in forma più dolce e tenera che nel Mundo de siete pozos. E' questa la parte meno logica, meno intelletuale e meno razionale della sua opera impregnata dalla sua tenerezza per darci l'ultimo e sviscerato addio, poco prima di partire per il suo viaggio senza ritorno.

Alfonsina alcuni giorni prima della sua morte scrisse il poema Voy a dormir (vado a dormire), nel quale, come in una premonizione irreversibile, canta in maniera straziante e malinconica la sua prossima fusione con la Madre Terra avvolta nel brillante sudario del firmamento, mentre en el contestador automático ("nella segreteria telefonica" si direbbe in linguaggio attuale) lascia un laconico messaggio all'essere amato, semplicemente: He salido (Sono uscita).



Voy a dormir

Dientes de flores, cofia de rocío,
manos de hierbas, tú, nodriza fina,
tenme prestas las sábanas terrosas
y el edredón de musgos escardados.

Voy a dormir, nodriza mía, acuéstame.
Ponme una lámpara a la cabecera;
una constelación; la que te guste;
todas son buenas, bájala un poquito.

Déjame sola: oyes romper los brotes...
te acuna un pie celeste desde arriba
y un pájaro te traza unos compases.

para que olvides...Gracias. Ah, un encargo:
si él llama nuevamente por teléfono
le dices que no insista, que he salido.

Vado a dormire

Denti di fiori, cuffia di rugiada,
mani di erba, tu, dolce balia,
tienimi pronte le lenzuola terrose
e la coperta di muschio cardato.

Vado a dormire, mia nutrice, mettimi giù.
Mettimi una luce al capo del letto
una costellazione; quella che ti piace;
tutte van bene; abbassala un pochino.

Lasciami sola: ascolta erompere i germogli...
un piede celeste ti culla dall'alto
e un passero ti traccia un percorso

perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico
se lui chiama di nuovo per telefono
digli che non insista, che sono uscita...

Opere:

Di ritorno dall'Europa pubblicò:

  • Mundo de siete pozos (1934)(Mondo di sette pozzi)
  • Mascarilla y Trébol(1938)(Maschera e Trifoglio)

Inoltre realizzò anche i suoi pinitos (primi passi del bimbo) in teatro, ma senza successo:

  • El amo del Mundo(1927)(Il padrone del mondo)
  • Dos farsas pirotécnicas (1931)(Due farse pirotecniche)
  • Teatro Infantil (postumo 1950) (Teatro infantile)


Materiali raccolti da Neva Tonka - Fonte: Antología poética - Alfonsina Storni, Ed. EDICOMUNICACIÓN, S.A., © 1999, Las Torres 75, 08042 Barcelona (España).

Associazione Culturale Coro Hispano-Americano di Milano