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Cancionero del Duca di Calabria 1526-1554
o
Cancionero de Uppsala

Cancionero de Calabria
Pallino Codice Trujillo del Perù
Pallino Cancionero De Palacio
Pallino L'ensaladas
 
 


Il Cancionero (canzoniere) è una raccolta di poemi di autori diversi i cui testi sono accompagnati dalla musica. Tali raccolte, che non riguardano mai canzoni popolari ma solo musica d’autore, comparvero già nel medioevo ed ebbero grande diffusione durante il rinascimento.

Negli anni venti il musicologo e diplomatico spagnolo Rafael Mitjana, che si trovava in missione governativa in Svezia, scoprì nella biblioteca Carolina dell’università di Uppsala una raccolta di villancicos stampata a Venezia nel 1556, che venne quindi denominata Cancionero de Uppsala.

"Il documento si riferisce alla raccolta della vasta produzione musicale sorta in seno alla Corte d’Aragona, in particolare della musica eseguita presso la corte valenziana del duca di Calabria. La Corona d'Aragona, nata dall'unione dinastica tra il Regno d'Aragona e la Contea di Barcellona, venne accresciuta nei secoli di diversi territori: i regni di Maiorca, Valencia, Napoli, Sicilia, Sardegna, Contea di Provenza, nonché i ducati di Atene e di Neopatria. Spicca in questa parte di storia rinascimentale la figura di Fernando d’Aragona, uomo del suo tempo dal comportamento umanista: permise alla corte vicereale del Palazzo Reale di diventare per vent’anni-seguendo il modello ed il ricordo della corte paterna di Napoli – il principale cenacolo nobiliare dei paesi ispanici. Nel 1527 fece trasferire da Ferrara, residenza della madre la regina Isabella, una parte dei fondi dell’antica biblioteca reale napoletana, che il conte incrementò con nuove acquisizioni raggiungendo nel 1550, data della sua morte, un numero prossimo agli ottocento volumi. Il duca spalancò le porte della sua Corte per coltivare le arti, in modo speciale la musica, le lettere, nelle feste sceneggiate  - alla maniera italiana, come le feste di maggio …
Tra il 1526 e il 1536, la cappella musicale del duca era formata da più di quaranta cantori e strumentisti.
E’ plausibile pensare che il terragonese Mateo Flecha el viejo prese la direzione della cappella ducale e che in ogni caso fu in stretto contatto con gli ambienti altolocati musicali della città di Valencia. " (*)

Mitjana si preoccupò di studiare e trascrivere i 54 brani musicali contenuti nella raccolta, che sono suddivisi in 36 testi di argomento amoroso e picaresco (12 a due voci, 12 a tre voci, 12 a quattro voci e 6 a cinque voci) e 12 Villancicos de Navidad (10 a quattro voci e 2 a tre voci), tra cui Dadme Albricias. La maggior parte delle poesie sono in castigliano, catalano e galiego-portoghese.

Il volume è anonimo, Mitjana ritiene che si trovino qui rappresentati diversi autori. La ragione dell’anonimato è che i brani erano così famosi all’epoca da non richiedere l’indicazione degli autori, ben conosciuti al pubblico. Sembra certo che siano inclusi testi di Juan del Encina, come Ojos garzos ha la niña, che compare in una raccolta di sue poesie risalente al 1516. Lo stesso brano compare in una Recopilación de sonetos y villancicos (Sevilla, 1560) compilata da Juan Vázquez. Racconta inoltre Mitjana che grazie a una nota manoscritta sul volume originale si scoprì una trascrizione per "vihuela" di Teresica Hermana e che la stessa compare anche in un manoscritto conservato presso la Biblioteca di Medinaceli. Tutto ciò a testimonianza della popolarità dei brani citati, che ebbero certamente come luogo di produzione e diffusione le corti dei re cattolici di Spagna. Il Cancionero de Uppsala è considerato una delle più importanti testimonianze della musica profana rinascimentale spagnola.

(*) liberamente tratto dal testo di Josep Maria Gregori – docente in Musicologia, Università Autonoma di Barcellona – Spagna

Appartengono al repertorio del coro:

Pallino Con que la lavarè

Pallino Dadme albricias

Pallino Ojos garzos ha la niña

Pallino Teresica Hermana

Associazione Culturale Coro Hispano-Americano di Milano